Il Gioco è una cosa seria
Crescita, Connessione e auto Consapevolezza nel Cane e nel binomio
Ultimamente il tema del gioco mi si ripresenta spesso. Nei cani adulti viene indicato come “panacea di tutti i mali”, mentre nei cuccioli spesso viene utilizzato come sostituto delle esperienze mancate. Il gioco è certamente un’attività importante, ma troppo spesso viene frainteso. A mio parere, il gioco è prima di tutto uno strumento evolutivo che accompagna il cane nella sua crescita emotiva, cognitiva e sociale. Sin da cuccioli, i cani giocano per scoprire il mondo che li circonda e imparare competenze che utilizzeranno per tutta la vita. E non parlo solo di abilità fisiche, ma anche di quelle sociali ed emotive, fondamentali per costruire una personalità equilibrata e vivere serenamente accanto a noi e agli altri cani.
Attraverso il gioco, i cuccioli imparano a conoscere se stessi. È il loro primo contatto con il proprio corpo e con i propri limiti. Scoprono come muoversi, saltare, afferrare, ma anche come reagire a certe situazioni. Questo li aiuta a prendere confidenza con le loro capacità e a costruire una solida base di fiducia. Poi c’è il rapporto con l’altro. Che sia un altro cane, un essere umano o un animale diverso, il gioco diventa un modo per confrontarsi e conoscersi. Durante queste interazioni, il cane impara a leggere i segnali dell’altro, a capire quando fermarsi, quando continuare e, soprattutto, come gestire le proprie emozioni. È proprio durante il gioco che si stabiliscono le prime regole e confini nelle relazioni.
Il gioco è un luogo sicuro proprio perché è tutelato da regole rigide, che devono essere rispettate da entrambe le parti. È lì che il cane comprende cosa è accettabile e cosa no. Un cane che, per esempio, morde troppo forte durante il gioco, otterrà l’esclusione o addirittura un rimprovero dall’altro. L’intensità di queste reazioni aumenta con l’età, insegnando al cane a prestare attenzione, a capire i confini e a rispettare le regole. Proprio ieri al campo abbiamo sfiorato una rissa: una cagnolina, cercando di giocare con un coetaneo, ha completamente ignorato le sue richieste di abbassare l’intensità del gioco. Lui, per fermarla, è stato costretto a usare l’aggressività. Lei, non capendo perché, ha risposto con un’aggressività difensiva, e… fortunatamente li abbiamo fermati in tempo. Nessuna tragedia, ma qualche punto dal veterinario ci sarebbe scappato. In questo caso, la meticcia non ha avuto abbastanza opportunità di socializzare da cucciola e non ha ancora imparato che il gioco è una cosa da fare in due. Ecco che la connessione e il rispetto delle regole diventano realtà tangibili.
Un altro degli aspetti fondamentali del gioco è il suo ruolo nella regolazione emotiva. Un cane che gioca in modo equilibrato impara a gestire l’eccitazione, a controllare il suo entusiasmo e a capire quando è il momento di rilassarsi. Questa capacità di autoregolazione è cruciale per prevenire problemi di comportamento come l’iperattività o la frustrazione. Se il gioco è mal gestito, però, può avere l’effetto opposto: un cane eccessivamente stimolato può diventare impulsivo e incapace di calmarsi, sviluppando comportamenti difficili da correggere.
Il gioco non riguarda solo l’interazione tra cani, ma anche quella tra cane e proprietario. Questi momenti rappresentano un’opportunità unica per costruire una connessione profonda, affinare la comunicazione e rafforzare il legame. Attraverso giochi come il riporto o il tira e molla, il cane impara a rispondere ai nostri segnali, a leggere il linguaggio corporeo e a instaurare una relazione basata sulla fiducia e il rispetto reciproco. Giocare insieme non è solo un’attività fisica, ma un modo per consolidare il rapporto.
Sia per la gestione delle emozioni che per la costruzione di una buona relazione, è fondamentale scegliere attentamente il tipo di attività. Il gioco dovrebbe permettere al cane di esprimere anche le sue pulsioni naturali, preferendo, ad esempio, un gioco di ricerca piuttosto che uno di lotta, in base alla personalità del cane. Un’ultima menzione va fatta riguardo all’età. Se è vero che alcuni cani rimangono giocosi per sempre, la maggior parte dei cani, una volta adulti, perde interesse per il gioco. Continuare a trattarli come "bambini per sempre" non è di benefico né per loro né per la relazione con noi. Come abbiamo visto, il gioco è un’attività altamente funzionale, che una volta raggiunto il suo scopo non serve più, se non per brevi momenti di svago. Può diventare altro: un’attività condivisa con il proprietario, con mille finalità diverse, ma di cui non parleremo ora
In conclusione, il gioco è un elemento cruciale per la crescita e lo sviluppo del cane, e dovrebbe essere trattato con attenzione. Un gioco corretto, nel momento giusto, influenzerà la personalità del cane per il resto della sua vita. Da adulti, il gioco rimane un buon strumento per continuare a migliorare la reciproca comprensione e per adattarsi ai cambiamenti che avvengono nel tempo, sia nel cane che in noi. In pratica, il gioco è e rimarrà sempre uno strumento di conoscenza, di sé e dell’altro, ma che deve trovare spazi e modalità diverse nel corso della vita del cane. Come ti dicevo, il gioco è una cosa seria.
INTANTO A CA SIMBA
Giovedì abbiamo ricominciato le dirette su Youtube partendo dal tema “cani del sud”, se non l’avete vista potete recuperarla qua. Al campo poche novità anche perchè è piovuto spesso e per quanto riguarda gli animali di casa, a parte una dermatite “collettiva” dovuta a non si sa cosa (ma nulla di chè) del resto tutto bene e spero che per un po continui così.
Per ora vi saluto e ci rileggiamo la settimana prossima e nel frattempo ricordate:
Ascolta il tuo cane, impara e vivrete felici insieme.
saluti,
S
Proprio perché ho tanti cani so che il gioco è meno importante per il cane di quanto ci raccontiamo e lo so proprio osservando loro (e confrontandomi con amici e colleghi nella stessa situazione). Al contrario come dici tu il.gioco è un ottimo strumento per noi.
Ci racconterai cosa dice il libro 😉
Penso sempre, soprattutto dopo quest'estate torrida, di non fare mai niente con Peter e essendo figlio unico, dovremmo prevedere noi umani della famiglia al suo divertimento. É vero che potremmo fare di più, ma in realtà ci giochiamo un po' tutti i giorni, anche se nella mia testa non metto questi momenti nella categoria gioco... Cioè i figli fanno la gara con lui chi arriva su prima (abbiamo la casa su 3 piani), facciamo il nascondino, il problema solving spargendo i cibetti in giardino... Anche il lancio della palla o il tiramolla quando siamo in passeggiata e lui è libero (che poi sono quelle cose che metto nella categoria gioco nella mia testa). Ho appena comprato il libro di Simone Dalla Valle sul gioco coi cani, sono curiosa cosa dice, devo ancora leggerlo, ma sfogliando ho capito, che ho una visione ristretta su cosa sia il gioco (vedi sopra). Sara, tu che hai tanti cani, forse in un certo senso puoi non porti il problema di giocare con loro, nel caso se la fanno tra di loro...
Cmq, come ti ho già raccontato, il gioco mi ha aiutato a riprendere confidenza con Peter, dopo che ha pinzato un po' tutti in famiglia e avevo il timore anche solo a toccarlo. Ora tutto a posto, siamo baci e abbracci 😂